Alla scoperta dei vitigni aromatici

Cosa si intende per vitigni aromatici? Perché si chiamano così? Scopriamolo insieme.
I vitigni aromatici sono chiamati così in quanto sono caratterizzati da note olfattive ben distinte riconducibili ai profumi primari, ovvero aromi inerenti caratteristiche nette e immediate dell’uva e del vitigno stesso in generale. Questa tipologia di aromi risiede principalmente nella buccia degli acini, ecco perché i vini aromatici rimandano proprio al sapore dell’uva stessa.
In questa categoria troviamo 4 famiglie che comprendono varietà autoctone sparse su tutto il territorio italiano.
I vitigni aromatici: i Moscati

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In questa famiglia troviamo il Moscato Giallo, Moscato Rosa, Moscato Bianco, Moscato Di Terracina, Moscato Di Alessandria, Moscato Di Scanzo e il Moscatello Selvatico. Nonostante siano uve bacca bianca e rossa rientrano tutte nella stessa famiglia varietale. È una delle famiglie aromatiche più antiche in quanto le origini sono da ricondurre al Medio Oriente ed è considerata tra le prime che sono state coltivate e utilizzate dall’uomo per la vinificazione. Il nome deriva dalla parola “muschio” per la capacità di attrarre le api. I sentori tipici di queste uve sono la frutta matura o confettura di frutta, il miele, la vaniglia e il marzapane che bilanciano alla perfezione la leggera tannicità (nel caso di uve a bacca rossa) o l’acidità.
I vitigni aromatici: le Malvasie

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Malvasia Bianca, Malvasia Istriana, Malvasia delle Lipari, Malvasia di Schierano, Malvasia di Sardegna, Malvasia Bianca di Basilicata, Malvasia di Candia, Malvasia Nera di Brindisi, Malvasia di Casorzo e Malvasia Nera di Lecce: ecco i componenti di questa famiglia. Si ottengono vini dagli aromi delicati come ad esempio: fiori bianchi, sentori agrumati, frutta fresca come la pera, sentori erbacei e miele, mentre per quanto riguarda la struttura, si percepisce corpo leggero e una bella acidità. Il clone più piantato in Italia attualmente è la Malvasia di Candia, autoctona del Lazio. La diffusione di questo vitigno si deve alla città di Venezia, polo commerciale che ha contribuito alla conoscenza fuori dai confini italiani ed europei riscuotendo un notevole apprezzamento.
Dalle Malvasie e dai Moscati, nonostante provengano dalle stesse famiglie varietali, si ottengono vini da caratteristiche differenti, perché varia la zona di produzione, il terreno, le condizioni climatiche, le tecniche di allevamento, la coltivazione e la filosofia produttiva. Tutti fattori che incidono poi sul prodotto finale.
I vitigni aromatici: Gewurtztraminer o Traminer aromatico

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Si tratta di un vitigno a bacca bianca, autoctono del Trentino Alto Adige e di cui troviamo a livello internazionale la massima espressione in Alsazia e in Germania. Si caratterizza per i sentori speziati, di frutta esotica e floreali mai banali che lo rendono piacevole anche come vino da meditazione.
I vitigni aromatici: il Bracchetto

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Un vitigno a bacca rossa autoctono Piemontese che viene utilizzato prevalentemente per spumantizzazioni e vini dolci con bassa gradazione alcolica soprattutto nella zona di Acqui Terme in provincia di Alessandria. È un vitigno che al bicchiere si caratterizza per le note floreali e di piccoli frutti rossi come percezione olfattiva e per la sua semplicità di beva e freschezza accompagnate da una bassa gradazione alcolica al palato.
Come avrete capito dai nomi, si tratta di varietà autoctone che troviamo sparse su tutto il territorio italiano, con caratteri ben definiti e particolari, quasi impossibili da confondere.