Cantina Taliano, storie di Vino e di Acqua del Roero

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Un unico territorio, il Piemonte, con mille sfaccettature a seconda di dove si decida di fare sosta per assistere allo spettacolo della vendemmia. Anche la seconda tappa della nostra Vendemmia in Piemonte vede il Roero come palcoscenico, ma cambia la cantina protagonista. E’ l’Azienda Agricola Taliano Michele, nella frazione di Montà d’Alba, a svelarci il territorio e i tanti progetti che partono dalla terra, dalla vite e vanno bel oltre il calice grazie all’esperienza decennale e, perché no, a un tocco femminile.

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Storia di vino, storia di famiglia

C’è un tratto comune che unisce molte cantine di valore del nostro Paese ed è la famiglia. Nascono, infatti, grazie all’intraprendenza di un antenato e si fanno grandi con l’amore e la dedizione delle generazioni successive. E questa è la storia dell’Azienda Taliano Michele che prende forma con Domenico nel 1930, passa sotto la guida del figlio Michele negli anni ’70 quando si estende verso la Langa acquisendo vigne e una cascina a Montersino nella frazione San Rocco Seno d’Elvio di Alba, tra i comuni di Treiso e Barbaresco. Un rinnovamento dei metodi di produzione e di affinamento del vino arriva con la nuova generazione, in particolare con Alberto ed Ezio, enologo dell’azienda. Per una passeggiata tra i vigneti di proprietà della cantina si può scegliere tra il Roero o la zona del Barbaresco, è in queste due aree che affonda le radici il tesoro dell’azienda.

Roero, tra vino e natura

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Una passeggiata o forse più un piccolo safari è quello che sorprende l’ospite desideroso di scoprire i vigneti dell’azienda nel Roero. Un percorso che conduce alle distese di filari della cantina e che a ogni passo rivela la bellezza di una natura incontaminata, in cui si respirano l’amore e il rispetto per il territorio e la terra. Se il “viaggio” appassiona, la destinazione incanta. Giunti nel punto più alto, dove si trovano i vigneti di Taliano, si apre un panorama mozzafiato e, a suggellare l’atmosfera magica, basta solo un buon calice.

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Nelle mani dell’azienda un territorio vasto e variegato dal punto di vista vitivinicolo, perciò non stupisce la varietà di vitigni: dai bianchi come il Moscato e l’Arneis vendemmiati di solito a inizio settembre, ai rossi quali Dolcetto, Barbera e il Nebbiolo. Dulcis in fundo, Birbet da uve del Bragat Rosa. Una chicca da sempre presente in questo territorio ma di cui si hanno poche notizie. Il vino Birbet (in dialetto “bimbo dispettoso”) ha resistito e ha oggi grande valore grazie all’impegno e alla passione dei produttori roerini che lo hanno preservato. Un vino molto profumato e dolce, da consumare giovane.

Non solo vino ma anche Acqua del Roero

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@Facebook Acqua del Roero

Finora i protagonisti di questa storia sono stati solo uomini, generazioni  rappresentate da figure maschili che si sono avvicendate o affiancate. Ma il tocco femminile arriva, con un progetto tutto in rosa nato sempre in famiglia. L’idea è di Simona, che vuole unire la sua passione per i profumi al legame con il territorio in cui vive. Il punto di partenza è proprio il profumo Acqua del Roero, ma il progetto prosegue con una linea di cosmesi naturale. Anche qui è il vino il centro di tutto, ma fondamentali sono anche buccia e vinaccioli che diventano “ingredienti” preziosi di una ricetta che profuma di amore e cura per un territorio dalle mille sfumature, dal rosso intenso del vino al rosa profumato dell’Acqua.

Una cantina, ma tanti progetti da scoprire!

Ivana Figuccio
ivana.figuccio@gmail.com

Fimmina siciliana sono ma per inseguire il sogno del giornalismo – figa! – mi sono trasferita a Milano. In valigia, oltre ai sughi preparati da mamma e il pane – che quello di “giù” è più buono –, anche una laurea in comunicazione e un master in giornalismo. E sì, ho il brutto vizio di voler parlare, scrivere, raccontare. Qualche saggio dice che il silenzio è d’oro. Questo spiegherebbe perché non sto seduta su una montagna di lingotti preziosi mentre parlo – tanto per cambiare – di me.