Il vino in lattina: promosso o bocciato?

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Vi piace bere vino ma il tirabuscion non avete mai imparato ad usarlo? Per vostra fortuna l’alternativa c’è: si tratta del canned wine o, più semplicemente, del vino in lattina. E allora, scopriamo insieme le caratteristiche di questo nuovo prodotto che sta diventando una tendenza internazionale ma che non sempre risulta ben visto dagli amanti del vino.

Vino in lattina, idea Made in Italy

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A chi è venuta l’idea di vendere il nettare di Bacco in lattina anziché in bottiglia? E’ un’intuizione tutta italiana: già negli anni ’70 Giacobazzi, un produttore di Modena, chiede allo Stato l’autorizzazione a vendere vino in contenitori alternativi. Circa dieci anni dopo ottiene il permesso e da qui inizia la storia del vino in lattina.

In Italia si tratterà, tuttavia, di una storia breve perché, per questioni burocratiche, la distribuzione delle lattine sul mercato è stata molto lenta e questo ha causato il calo della domanda. Fuori dai confini italiani, invece, soprattutto in America e in Australia il vino in lattina ha grande successo. Ma tra i produttori di vino in lattina qualche nome italiano non manca: il modenese Donelli, ad esempio, produce Lambrusco IGT nelle versioni bianco, rosato e rosso.

La “comodità” del vino in lattina

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Il terrore che la bottiglia acquistata non giunga a destinazione ci accompagna sempre. Il trasporto di questo preziosissimo bene è sempre un problema. Ecco, con la lattina la vita è più facile e il vino non è fragile. Proprio la leggerezza e la semplice trasportabilità rendono il vino in lattina una soluzione molto apprezzata. E’ possibile consumarlo in sicurezza ovunque: in luoghi aperti e frequentati senza il rischio che possa rompersi e creare danni in giro; e in certe situazioni, come una gita in barca, risulta molto più pratico della bottiglia.

E’ il prodotto ideale, poi, in occasione di eventi pubblici o festival dove non è ammesso il vetro  e quando vogliamo vino fresco ma poco tempo per farlo raffreddare: il vino in lattina si rinfresca molto velocemente.

Il vino in lattina è pop!

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Anche le dimensioni fanno la differenza. La lattina, presentando misure più ridotte rispetto alla bottiglia, costituisce una monodose. Chi è single e vuole soddisfare in casa il desiderio di un calice di vino può farlo senza per forza dover aprire una bottiglia.

Per la stessa ragione è molto apprezzato anche tra i giovani, dove soprattutto all’estero, assume i contorni di una vera tendenza: i millennials lo trovano più pratico e informale. Senza dimenticare un altro vantaggio: proprio la lattina può offrire la dose esatta di vino per la preparazione dei cocktail. E vogliamo parlare, poi, dei packaging super accattivanti?

Il vino in lattina si conserva bene

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Immaginiamo le reazioni dei winelovers più ortodossi. Sì, il vino in lattina sembra un’eresia. La bottiglia di vetro, con le sue curve e la trasparenza, rende giustizia al suo contenuto. Ma se è indubbio che la lattina si allontana da questa immagine sensuale, è vero anche che conserva il vino senza alterarlo in alcun modo. Certamente ci saranno vini più adatti a questa tipologia di packaging, come un Pignoletto o un Barbera vivace, meno lo è un Barolo invecchiato. La lattina oltre a non fare male al vino, non danneggia neanche l’ambiente.

Se negli Stati Uniti e in Australia i consumatori di wine in cans non mancano e, anzi, questo prodotto sta sempre più conquistando il mercato vincendo la diffidenza dei winelovers, in Italia la lattina non viene ancora vista di buon occhio. Stappare una bottiglia ha molto più fascino che sollevare una linguetta, ma qualche buona ragione per provare i vini in lattina noi ve l’abbiamo data.

Approfittate del prossimo pic-nic per sperimentare questa alternativa!

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Ivana Figuccio
ivana.figuccio@gmail.com

Fimmina siciliana sono ma per inseguire il sogno del giornalismo – figa! – mi sono trasferita a Milano. In valigia, oltre ai sughi preparati da mamma e il pane – che quello di “giù” è più buono –, anche una laurea in comunicazione e un master in giornalismo. E sì, ho il brutto vizio di voler parlare, scrivere, raccontare. Qualche saggio dice che il silenzio è d’oro. Questo spiegherebbe perché non sto seduta su una montagna di lingotti preziosi mentre parlo – tanto per cambiare – di me.