Sangiovese di Romagna: un sorso di Made in Italy

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Se vi dicessi “Romagna” pensereste immediatamente al mare, al buon cibo e alla grande ospitalità. Ma quanto ne sapete dei vini romagnoli? Avete mai assaggiato il Sangiovese di Romagna?
Qualche giorno fa ci siamo tuffati tra le valli e le colline dell’appennino per scoprire e conoscere la storia di chi, questo vino, lo produce da secoli (o quasi)! E’ stato un viaggio davvero emozionante che abbiamo voluto chiamare #SangioveseExperience proprio perché è stata un’esperienza a tutto tondo che ha coinvolto il corpo, la mente coinvolgendo tutti i nostri sensi.

Ma lasciate che vi racconti qualcosa di più…

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Sangiovese Experience: un tour, infinite storie

E’ stato un viaggio bellissimo alla scoperta delle piccole cantine che animano il territorio del Sangiovese di Romagna che si estende dalla provincia di Bologna fino alle spiagge della Riviera Romagnola.

In sole 3 tappe, insieme ai miei compagni di viaggio, abbiamo ascoltato tante storie affascinanti e piccoli aneddoti su questo vino (e sul vitigno) così poco conosciuto ma che meriterebbe davvero ampio spazio grazie alla sua enorme versatilità. Si tratta, infatti, di un vino dalla beva facile e immediata, con una freschezza disarmante e un tannino davvero delicato: insomma, un vino perfetto per l’aperitivo e da abbinare assolutamente ai salumi e ai formaggi del luogo!

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Ma non finisce qui… Il Sangiovese di Romagna è anche un vino a “tutto pasto” che si sposa molto bene con i primi piatti o con i secondi di carne, sia bianca che rossa. Noi lo abbiamo provato con le tagliatelle al ragù e con la piadina romagnola, e queste combinazioni ci hanno particolarmente convinto! Possiamo tranquillamente dire che questo vino è la perfetta espressione del territorio in cui nasce ed è quindi perfetto con le ricette e le preparazioni tipiche di questa regione.

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Personalmente, ho apprezzato tanto la delicatezza e l’eleganza di questo vino con i suoi sentori equilibrati e mai aggressivi. Credo non si presti particolarmente all’invecchiamento, nonostante ci abbiano orgogliosamente presentato alcune riserve o bottiglie invecchiate. Durante le degustazioni, però, ho riscoperto profumi e ricordi della mia infanzia (come la liquirizia o i frutti rossi) che mi hanno piacevolmente sorpreso e catapultato immediatamente nel passato: in fondo, è proprio vero che il vino è memoria!

Ritornando al tour, devo ammettere che in poche ore siamo stati sballottati su e giù per le colline ma che ne è valsa la pena. Abbiamo incontrato i produttori che ogni anno, ogni mese e ogni giorno fanno del loro meglio per interpretare queste terre e questo vino. Ci hanno spiegato come pochi chilometri di distanza o pochi metri di dislivello possano conferire al Sangiovese di Romagna dei connotati e delle caratteristiche assolutamente differenti. E anche il terreno risulta essere importante per il carattere del vino: ecco perché abbiamo voluto provare diverse annate e diverse bottiglie provenienti da diverse zone… E’ stato un viaggio che ci ha permesso di cogliere le diversità (soprattutto nei sentori e nei sapori) e le molteplici similitudini di questo vino.
Per tutto questo, dobbiamo solo ringraziare il Consorzio Vini di Romagna che ci ha invitato, scortato e risposto ad ogni nostra singola domanda (anche quelle più assurde), grazie!

Il Consorzio Vini di Romagna

In una sola giornata, abbiamo incontrato ben 9 produttori e degustato oltre 20 etichette di Sangiovese di Romagna: un piccolissimo assaggio della produzione totale che viene regolamentata dal Consorzio Vini di Romagna. Nel 1962, infatti, cantine e aziende vinicole si sono riunite in questa grande famiglia con lo scopo di tutelare la produzione di vino della Romagna. Il Consorzio si impegna oggi ad assicurare l’equilibrio dei prezzi e garantisce la promozione del vino e del territorio a livello nazionale e internazionale (forse ancora troppo scarsamente, ma ci stiamo lavorando!).

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Sapete da dove deriva il nome “SANGIOVESE”?

Dietro a un grande vino c’è sempre una bella storia, o forse più di una. Il nome pare derivi da “sanguis di jovis“, ovvero sangue di Giove e ha origini nel 600 quando i frati cappuccini di Santarcangelo ospitarono il Papa e gli diedero da bere proprio vino romagnolo. Alla domanda del Pontefice sul nome di quella deliziosa bevanda i monaci d’istinto risposero “sanguis di jovis“. Se di questo avvenimento non abbiamo prove, c’è invece un atto notarile del 1672 ritrovato nell’Archivio di Faenza dove si trova per la primissima volta il nome Sangiovese. Una signora, proprietaria del podere Fontanella, cede in affitto una vigna al parroco di Pagnano: tre filari di Sangiovese posti vicino casa. Questo documento d’importanza straordinaria ha gettato una nuova luce sulla storia del “Sangiovese, vino di Romagna” raccontata nell’omonimo libro di G. Sangiorgi e G. Zinzani.

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Ma questo è solo un assaggio di Sangiovese di Romagna. C’è ancora molto da raccontare e da “degustare” per conoscere un vino eccellenza del made in Italy e un territorio dalle mille sfaccettature!

CLAUDIO LIMINA
claudio.limina@gmail.com

Da sempre innamorato del buon vino, bevo senza guardare l'etichetta.