Vino e castagne: un “matrimonio” autunnale

L’autunno ci ha avvolti con la sua aria frizzantina e i tramonti arancioni: è il momento giusto per un calice di vino accompagnato da castagne fumanti, che ne dite? Calde e avvolgenti, con quel profumo di brace e il sapore unico… noi abbiamo già l’acquolina in bocca, e voi?

Vino e castagne: le proprietà della “Regina dell’autunno”

ph. credits La Cucina Italiana

Cari amanti delle castagne, ormai lo saprete anche voi: purtroppo questi frutti prelibati sono ricchi di carboidrati complessi, sono quindi molto calorici e vanno consumati con moderazione. Detto questo, non dimentichiamo che le castagne sono anche ricche di proprietà e benefici, scopriamone qualcuno insieme.

Le castagne sono una miniera di sali minerali fra cui fosforo e potassio, oltre a vitamine B2 e PP che contribuiscono alla salute dei tessuti.
Sono anche ricche di acido folico e fibre e per questo è consigliato sgranocchiarne qualcuna in gravidanza: si tratta infatti di sostanze ideali per il nutrimento del feto. Le castagne sono un’ottima fonte di energia: se siete degli sportivi, quindi, potrebbero trasformarsi nel vostro snack preferito prima di un allenamento. Sono anche considerate un buon rimedio contro l’inappetenza, ma le fantastiche qualità di questi frutti non finiscono qui!

Per i fan del beauty naturale, le foglie del castagno saranno una scoperta strepitosa: basterà preparare un infuso per ottenere un formidabile tonico astringente. La polpa invece, frullata e magari amalgamata con oli naturali, può essere utilizzata come crema emolliente per il viso, oppure come detergente ecologico.

Sappiamo bene che quello che vi interessa di più è assaporare questi frutti con il vino piuttosto che spalmarveli sul viso, quindi vediamo subito gli accostamenti più classici fra calici e castagne.

Vino e castagne: accostamenti irresistibili

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Data la consistenza delle castagne, così farinosa e avvolgente, oltre al sapore rotondo, spesso amarognolo (se si tratta di caldarroste cotte nella tipica padella forata), l’accostamento ideale è sicuramente un vino giovane, che non vada ad appesantire ulteriormente il palato. Un Lambrusco (per chi ama il frizzante) è perfetto per “ripulire” la bocca dalle caldarroste. Vi immaginate già con un bel calice in mano e le castagne nel piatto, vero? Ah, che meraviglia l’autunno che avanza!

Anche la Barbera d’Alba e il Barbera del Monferrato si prestano alla degustazione delle caldarroste, che hanno quel tocco fumè molto affascinante ma stucchevole se non viene “sgrassato” dal vino giusto. Quando assaggiate piatti a base di farina di castagne, come pasta fresca o purea per farcire carni rosse, la scelta può ricadere su un vino più corposo che contrasti la struttura complessa dei piatti. Il Marzemino o il Dolcetto di Dogliani sono sicuramente due opzioni valide per accompagnare queste portate “robuste”. Infine, se si tratta di un golosissimo dolce a base di castagne, puntate tutto su un passito: quello dell’Alto Adige o di Pantelleria sono perfetti per accompagnare un dessert autunnale. Li indichiamo non a caso: la dolcezza della castagna nei dessert è così marcata da richiamare a un passito ben strutturato per “tenergli testa”.

Vino e castagne: il sapore delle antiche leggende

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Se anche voi ricordate con nostalgia quei pomeriggi autunnali in cui un pacchetto di castagne arrosto fra le mani infreddolite scaldava subito soprattutto il cuore, non vedrete l’ora di scoprire alcune leggende della nostra tradizione che hanno come protagonista la “Regina dell’Autunno”.

Un antico racconto del nord Italia narra che in Val Masino, nella notte dei tempi, si compì un miracolo proprio nel giorno di Sant’Antonio. Una donna molto povera non aveva nulla per sfamare i suoi figli e così, per non far perdere la speranza ai suoi piccoli, mise sul fuoco una pentola con delle pietre dentro, fingendo che fossero castagne.
Per distrarre i bambini e cercare di farli addormentare, raccontò diverse storie bizzarre, ma i figli continuavano a chiederle se le castagne fossero cotte.
La donna si arrese e tolse la pentola dal fuoco per mostrare ai bambini le pietre che conteneva ma, quando guardò meglio, vide che i sassi si erano trasformati davvero in castagne!

Sempre nel Nord Italia, si narra che in un paesino di montagna i poveri abitanti non avessero più cibo, così pregarono affinché potessero sfamarsi: comparve un albero di castagne, con i rami carichi di frutti. Il Diavolo, però, ci mise lo zampino, avvolgendoli tutti con un guscio spinoso. L’intervento divino non tardò ad arrivare, così quando le castagne erano mature i ricci cadevano a terra aprendosi a croce, permettendo agli abitanti del villaggio di raccoglierne il contenuto.

Questo viaggio fra sapori, tradizione e profumi finisce qui: noi non vediamo l’ora di “aprire” la stagione delle castagne con un bel calice di vino e brindare così alla “Regina dell’Autunno”.

Francesca Fattore
francescafattore2@gmail.com

Content Editor curiosa e creativa, appassionata di Food&Wine, Fashion e Arte. Scrive con passione ogni testo, dando un taglio peculiare al contenuto.